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Introduzione
Hai impiegato una vita a costruire il tuo patrimonio ma il futuro ti spaventa? E se invece ti dicessi che puoi dotarti di uno scudo contro ogni intemperia? Uno strumento formidabile che potrebbe proteggerti da ogni eventuale aggressione verso il patrimonio che con tanta fatica hai costruito negli anni?
Questo scudo si chiama trust.
Ciao mi chiamo Mario Grandinetti, e sono un dottore commercialista iscritto all’albo di Cosenza, con laurea in giurisprudenza, specializzato in diritto commerciale e societario.
Oggi ti spiegherò cos’è il trust, uno strumento giuridico di origine anglosassone che ha fatto il suo ingresso nel nostro ordinamento con la ratifica della Convenzione dell’Aia del 1985 (legge 16 ottobre 1989 n. 364) e che ha guadagnato terreno anche in Italia, grazie alla sua capacità di offrire soluzioni su misura per la protezione e la gestione del patrimonio.
Cos’è il trust
Immagina di avere un tesoro che vuoi proteggere e che allo stesso tempo stai pensando di passare ai tuoi cari nel modo più sicuro e intelligente possibile.
Il tesoro è il tuo patrimonio, il trust il tuo scrigno.
L’aspetto più interessante è che trasferendo parte del tuo tesoro all’interno di questo scrigno, otterrai la separazione con il tuo patrimonio.
Vale a dire che il tesoro non potrà essere attaccato in alcun modo dai creditori perché di fatto te ne stai spossessando.
Intorno a un trust ruotano tre principali figure: Il disponente, il trustee ed il beneficiario.
Facciamo un semplice esempio per capire meglio come funziona.
Il disponente nel nostro esempio è Oreste che decide di istituire un trust per gestire il suo patrimonio. Egli sceglie di trasferire parte dei suoi beni, diciamo, un mix di investimenti finanziari ed immobili all’interno del trust, Oreste lo fa perché vuole che sua figlia, beneficiaria, ne tragga i frutti senza correre il rischio che questi beni vengano sperperati o mal gestiti prima che lei abbia acquisito sufficiente maturità e conoscenza finanziaria.
Oreste allo scopo nomina un fiduciario, che nel caso di specie è Dario, avvocato specializzato nella gestione dei patrimoni, Dario è il trustee.
Il trustee ha il compito di amministrare i beni secondo le istruzioni lasciate da Oreste.
Ad esempio, Oreste potrebbe aver specificato che i proventi degli investimenti siano utilizzati per sostenere gli studi della figlia, e che la proprietà immobiliare non possa essere venduta fino a quando la figlia non compie 30 anni, assicurando così che lei abbia una casa o un’entrata stabile.
La figlia di Oreste dunque non gestisce direttamente i beni, ma godrà dei benefici derivanti da essi. Può ricevere, per esempio, una rendita mensile per coprire le sue spese universitarie e di vita, o può beneficiare dell’uso di un immobile per la sua abitazione mentre tutto questo avviene senza che lei debba occuparsi direttamente della gestione del patrimonio, che rimane compito del trustee.
Supponiamo che Oreste abbia inserito nel trust un portafoglio di investimenti che genera annualmente una certa somma di denaro.
Il trustee, seguendo le istruzioni di Oreste, utilizza questi fondi per pagare le tasse universitarie della figlia e per fornirle un sostentamento mensile, contemporaneamente, il trustee si occupa di mantenere o eventualmente reinvestire il capitale nel modo più produttivo possibile, sempre nel rispetto delle linee guida stabilite da Oreste e con l’obiettivo finale di preservare e incrementare il patrimonio per il futuro della figlia.
Il trust è dunque un’entità autonoma con una propria soggettività giuridica, separata dal disponente e dal trustee.
Sono diversi gli obiettivi che si possono raggiungere tramite la costituzione di un trust: nello specifico:
Proteggere il patrimonio;
Pianificare efficacemente una successione;
Gestire il patrimonio efficacemente;
Scopi benefici.
Come si costituisce
La nascita di un trust inizia con un atto molto specifico, che deve essere messo nero su bianco. Questo può avvenire attraverso un atto pubblico, formalizzato davanti a un notaio, oppure con una scrittura privata, un po’ più semplice ma altrettanto valida.
L’elemento cruciale qui è la dichiarazione del disponente, o “settlor”, che esprime chiaramente la sua volontà di creare il trust.
Nella pratica, il protagonista principale di questo momento è il disponente, la persona che decide di dare vita al trust.
Anche se tecnicamente potrebbe bastare la sua presenza, di solito si richiede anche che il trustee, la figura che si occuperà di gestire i beni, sia presente per accettare formalmente il suo ruolo.
L’atto di costituzione del trust è piuttosto flessibile: può essere modellato in base agli obiettivi che si vogliono raggiungere
In Italia, la forma più comune è quella del “trust opaco” uno strumento dove i beneficiari non sono specificati in modo chiaro o perché, anche se identificati, non hanno il diritto automatico di ricevere i beni o i profitti del trust e sta al trustee decidere se e come distribuirli.
Le responsabilità del trustee
Il ruolo del trustee è cruciale e richiede un impegno serio e attento.
Egli è un custode dei beni affidatigli ed ha il compito non solo di proteggerli ma anche di gestirli nel modo più proficuo possibile, sempre nell’interesse dei beneficiari e nel rispetto delle responsabilità che gli vengono attribuite.
Vediamo nel dettaglio cosa significa questo:
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- Protezione dei beni: Il trustee ha il dovere primario di mantenere intatta sia la sostanza fisica che quella economica dei beni del trust e deve fare tutto il possibile per evitare che questi subiscano danni o deprezzamenti;
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- Gestione informata: deve raccogliere tutte le informazioni utili per amministrare il patrimonio nel miglior modo possibile, prendendo decisioni informate che ne incrementino il valore o ne preservino l’integrità;
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- Rendicontazione: è fondamentale che il trustee mantenga una contabilità precisa dei movimenti finanziari e degli investimenti fatti con i beni del trust. Deve poi rendicontare periodicamente ai beneficiari, fornendo loro un quadro chiaro e dettagliato della situazione patrimoniale.
La responsabilità del trustee va oltre la semplice gestione dei beni: risponde personalmente e senza limiti per qualsiasi atto che superi i poteri concessigli nell’atto istitutivo del trust. Può però essere esonerato da questa responsabilità se dimostra di non aver agito con negligenza o se le sue azioni sono state approvate dai beneficiari, dal protector o dall’autorità giudiziaria.
Un punto importante da sottolineare è che il trustee non può, in alcun modo, delegare completamente la gestione del patrimonio, può avvalersi di consulenti o esperti per questioni specifiche, ma la responsabilità finale delle decisioni e della gestione resta sempre e comunque nelle sue mani. Questo assicura che il patrimonio sia gestito con la massima attenzione e nel miglior interesse dei beneficiari.
Il ruolo del beneficiario
I beneficiari di un trust giocano un ruolo cruciale nel monitoraggio del comportamento del trustee, assicurandosi che quest’ultimo adempia ai suoi doveri nel rispetto delle regole del trust.
Nel caso in cui il trustee non rispetti le sue responsabilità, dimostrandosi inadempiente o facendo un uso improprio dei suoi poteri, i beneficiari hanno il diritto di intervenire richiedendone la revoca o la sostituzione ed agendo a tutela dei propri interessi e di quelli del patrimonio affidato.
Tuttavia, il potere dei beneficiari non è illimitato e sebbene abbiano la capacità di esercitare un controllo sull’operato del trustee, non possono interferire arbitrariamente nella gestione quotidiana dei beni del trust.
La loro influenza è circoscritta e non può estendersi fino a compromettere l’autonomia decisionale del trustee, garantita per permettergli di gestire il patrimonio in modo efficiente e indipendente.
Nonostante ciò, i beneficiari possono agire preventivamente se ritengono che una determinata azione del trustee possa danneggiare il patrimonio del trust.
In questi casi, hanno la possibilità di rivolgersi all’autorità giudiziaria, richiedendo un provvedimento che impedisca al trustee di portare a termine l’azione considerata lesiva.
Questo meccanismo di salvaguardia assicura che le decisioni del trustee siano sempre volte al miglior interesse del trust e dei suoi beneficiari, mantenendo un equilibrio tra l’autonomia di gestione e la protezione dei beni affidati.
Conclusioni
In questo articolo hai visto approfondito il trust, uno strumento giuridico di grande fascino e utilità, capace di rispondere a esigenze patrimoniali complesse con soluzioni personalizzate. Attraverso la sua struttura flessibile, offre una gamma di vantaggi significativi, dalla protezione del patrimonio alla pianificazione successoria, fino alla gestione efficiente e al sostegno a cause benefiche.
Tuttavia, la comprensione e l’implementazione di un trust richiedono attenzione ai dettagli e una navigazione attenta attraverso le sue complessità e i potenziali costi associati.
La decisione di utilizzare un trust dovrebbe essere presa dopo un’attenta valutazione delle proprie esigenze patrimoniali e degli obiettivi a lungo termine insieme ai propri professionisti di fiducia.
Se vuoi valutare la possibilità di costituire un trust compila il form oppure raggiungimi tramite la scheda contatti.
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